Nel 2006 il Consiglio d’Europa ha istituito la Giornata europea della protezione dei dati personali, da celebrare ogni anno il 28 gennaio per ricordare l’apertura alle firme della Convenzione 108 per la tutela delle persone fisiche.

Tale Convenzione – unico trattato internazionale in quest’ambito – è tuttora in fase di aggiornamento, per garantire che i principi di protezione dei dati siano in linea con le esigenze della società contemporanea.

Come si celebra la Giornata europea della protezione dei dati personali

Il Data Privacy Day è una ricorrenza che viene celebrata in Europa ma anche in altri paesi del mondo (Stati Uniti, Canada, Nigeria e Israele).

È l’occasione in cui governi, parlamenti, organismi e attivisti per la protezione dei dati organizzano attività per sensibilizzare le coscienze sul diritto alla privacy.

Tali attività comprendono conferenze, campagne mirate per il pubblico, e progetti didattici per insegnanti e studenti.

Lo scopo è quello di accrescere la consapevolezza dei diritti legati alla protezione delle informazioni personali.

Il termine “consapevolezza” suggerisce molto sul giusto approccio al GDPR, sia per le persone a cui appartengono i dati, che per le aziende, gli enti e le organizzazioni che li gestiscono, e che devono conoscere i potenziali rischi associati ai trattamenti.

L’evento dedicato alla giornata per la privacy 2023

In occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali, il Garante della privacy ha organizzato quest’anno un convegno dal titolo: Il Metaverso tra utopie e distopie”.

L’appuntamento è il 30 gennaio a Roma, in piazza Venezia.

Parteciperanno, oltre ai membri del collegio del Garante, esponenti del mondo politico e accademico.

Esperti di filosofia, di psicologia e di diritto affronteranno temi legati al Metaverso e alle sue connotazioni più peculiari.

Affiancheranno il Garante e i suoi componenti (Guido Scorza e Ginevra Cerrina Feroni) nel raccontare quali sono le sfide per la protezione dei dati nello sconfinato mondo dell’online.

L’evoluzione della normativa sulla privacy

La Giornata europea della protezione dei dati personali consente di guardarsi indietro per apprezzare quanto si siano profondamente e progressivamente evoluti la concezione e il rispetto della privacy nel corso del tempo. 

A conferire rango primario a tale diritto sono state la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, e la già citata Convenzione 108.

Successivamente, è stata determinante l’adozione della Direttiva 95/46/CE (la c.d. Direttiva Madre) e del Regolamento (UE) n. 2016/679 (il c.d. GDPR) per tratteggiare una disciplina compiuta e vincolante in un ambito ad alto coefficiente di pervasività.

Il progredire dell’armonizzazione normativa a livello europeo, nel ridurre le differenze tra i singoli Stati, ha altresì consentito di mantenere inalterate le peculiarità locali, concedendo margini nell’adeguamento di certe disposizioni sovranazionali.

Gli stessi contenuti dell’intervento legislativo si sono poi evoluti nel corso degli anni, andando a intercettare il carattere intrinseco di questa materia, vale a dire il suo intimo collegamento con il progresso tecnologico.

Oggi disponiamo di una normativa in grado di fornire tutele anche davanti a innovazioni tecniche fino a poco tempo fa impensabili, e che può governare il fulcro concettuale e operativo della quarta rivoluzione industriale: la Data Economy.

Le leggi sulla protezione e sulla circolazione dei dati, presto affiancate dai nuovi regolamenti che l’UE ha in cantiere per la governance del digitale, costituiscono il primo e più importante riferimento per affrontare le inedite sfide poste dall’avvento dell’economia dei dati.

Nella Data Economy, che presto sarà gestita dalle nuove generazioni, un valore molto importante è rappresentato dalle persone.

Individui, oggi bambini e adolescenti, che avranno il compito di destreggiarsi nel “mare magnum” delle informazioni personali nella maniera più cauta possibile.

Le sfide ancora da vincere

Nonostante i progressi fatti in ambito normativo, possiamo dire che nella nostra società non è ancora consolidato il ruolo della protezione dei dati come diritto a tutela della libertà.

In questi anni la Data Protection ha assunto un ruolo cardine a livello nazionale ed europeo, e – oltre a quelli citati – sono stati compiuti altri interventi in materia, soprattutto negli ultimi anni contrassegnati dalla pandemia.

Ciò ha però portato a una lettura difforme rispetto al vero compito che le Data Protection Authorities intendevano perseguire.

La privacy, infatti, è stata spesso associata al termine di ostacolo, cosa che vanifica i sacrifici e l’impegno degli esponenti del settore in tutti questi anni.

Tante sono ancora le sfide sociali, culturali, politiche e ambientali che si vanno configurando, e che potranno essere vinte solo con un corretto bilanciamento tra esigenze di trasparenza e diritto alla riservatezza.

Un diritto, quest’ultimo, da garantire sempre, e che non deve costituire un ostacolo, bensì una condizione necessaria per affacciarsi in modo consapevole alle nuove sfide della società.

Un’altra iniziativa del Garante per rendere gli studenti “ambasciatori della privacy”

Come si costruisce una cultura in grado di far comprendere alle nuove generazioni l’importanza di tutelare i diritti e le libertà personali?

A partire dalle istituzioni e dalla scuola, innanzitutto.

La scuola può e deve cooperare con altri enti al fine di diffondere tra i più giovani il concetto di privacy come forma primaria di tutela di sé stessi.

La Giornata europea della protezione dei dati personali non fa altro che sottolineare questo imperativo e spingere tutti all’azione.

Per le scuole, un buon modo per celebrare questa giornata è quello di aderire a una recente iniziativa promossa dal Garante della privacy, il quale ha lanciato un concorso per gli studenti degli istituti superiori di secondo grado invitandoli a realizzare un video per spiegare ai coetanei che cos’è per loro la privacy e com’è possibile tutelarla.

L’iniziativa, realizzata con il supporto tecnico di Skuola.net, ha lo scopo di coinvolgere insegnanti e ragazzi in progetti di informazione e sensibilizzazione sul valore dei dati personali, e sull’importanza di difenderli, soprattutto nella dimensione digitale.

L’Autorità ha messo a disposizione degli istituti scolastici che intendono partecipare un apposito kit didattico per sviluppare percorsi di formazione su temi di grande impatto, soprattutto per i più giovani.

Tra le questioni più importanti: il cyberbullismo, i furti di identità, il revenge porn, la profilazione online, gli assistenti digitali e i deepfake (video o audio falsi, in cui una persona fa e/o dice cose che non ha mai fatto e/o non ha mai detto grazie all’intelligenza artificiale).

Al termine dei percorsi formativi, le classi coinvolte saranno chiamate a realizzare dei brevi video sugli argomenti affrontati con i docenti, promuovendo azioni di sensibilizzazione e informazione sulla protezione dei dati e sull’educazione digitale.

Per studenti e studentesse è un’opportunità da non farsi sfuggire per diventare, idealmente, “ambasciatori della privacy” al fianco del Garante. 

I progetti realizzati verranno valutati da una giuria di esperti, la quale assegnerà tre premi – rispettivamente del valore di 3.000, 1.500 e 1.000 euro – che le scuole vincitrici potranno destinare ad acquisti di tecnologie per la didattica.

Altre proposte per insegnare la privacy ai più piccoli

La privacy non è un argomento noioso.

Sicuramente è un mondo complesso che non è possibile banalizzare, e che ha tante, tantissime sfaccettature e ambiti di applicazione.

Ma imparare a comprenderlo è possibile. E anzi, può essere divertente!

Oltre che con dei contest, si può spiegare che cosa vuol dire proteggere i propri dati ricorrendo a diversi strumenti.

Come abbiamo visto, ad esempio, film e video possono essere degli ottimi alleati in questa importante missione, catturando l’attenzione di bambini e adolescenti molto più che una semplice lezione frontale.