Una ricerca interna di Facebook resa nota dal Wall Street Journal ha fatto emergere dati allarmanti su come l’utilizzo di Instagram possa risultare dannoso per gli adolescenti.

La nota piattaforma di photo sharing – che ad oggi conta oltre 500 milioni di utenti attivi, distribuiti in ogni parte del mondo – rappresenta infatti uno strumento potenzialmente deleterio, in quanto causa un continuo confronto sociale che tende a generare ansia, stati depressivi e disagio tra i ragazzi.

Da anni ormai si è sviluppato un acceso dibattito sugli effetti dei social, i quali – se utilizzati in maniera scorretta e poco sana – possono generare problematiche da non sottovalutare, specie a fronte del fatto che sono i giovani a risentirne in prima persona, spesso in maniera evidente.

Fulcro di queste piattaforme web sono gli algoritmi, creati con l’obiettivo di alimentare interesse verso determinate tendenze, che possono incidere pesantemente su alcune persone più fragili di altre.

Instagram è davvero dannoso per gli adolescenti?

Come detto in precedenza, una ricerca interna di Facebook del settembre 2021 avvalora di fatto ciò che in parte era già noto: Instagram rappresenta uno strumento dannoso per gli adolescenti.

La notizia, resa nota dal Wall Street Journal – l’unica testata ad essere entrata in possesso delle slide relative a quanto espresso dal colosso di Menlo Park – fa molto discutere, in virtù del fatto che a prendere coscienza del pericolo è proprio la stessa società che possiede la piattaforma Instagram, la più usata dai giovani al pari di TikTok.

Instagram rischia dunque di essere uno strumento di continuo “confronto sociale”: una sorta di paragone costante con modelli che utilizzano come solo metro di conversazione il confronto della propria immagine.

In questo modo viene veicolato il messaggio che nella vita per avere “successo” occorre incarnare un dato modello che punta alla perfezione fisica.

Instagram vede infatti il continuo bombardamento di immagini perfette che appaiono nei feed e nella sezione “Esplora”, con effetti pesantemente negativi sui giovani.

“Peggioriamo i problemi di immagine corporea per una ragazza su tre“, si legge in una delle slide relative alla ricerca di Facebook.

Un dato riferito soprattutto ad adolescenti che presentano già problematiche legate all’aspetto fisico, all’ansia, alla depressione e ai disturbi alimentari a monte.

Viene da sé che, in un contesto di questo genere, Instagram appare tutt’altro che d’aiuto.

La ricerca e i dati rilevati dal Wall Street Journal

Di seguito riportiamo alcuni dati emersi dalla ricerca che Facebook ha condotto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, relativi agli ultimi tre anni.

Tra i più rilevanti, anche rispetto a quanto detto in precedenza, emergerebbe che oltre il 40% dei soggetti presi in esame che hanno dichiarato di sentirsi poco attraenti avrebbe specificato come tale sensazione sia stata amplificata dall’utilizzo di Instagram.

Al contempo, gli adolescenti incolperebbero Instagram per l’aumento del tasso di ansia e depressione, dato riscontrato e avvalorato anche da altri gruppi di ragazzi.

La ricerca di Facebook avrebbe altresì rilevato che gli adolescenti che hanno manifestato intenti suicidi (il 6% negli Stati Uniti e il 13% in UK), ricondurrebbero tale atteggiamento proprio all’uso di Instagram.

L’inchiesta del Wall Street Journal prosegue riportando la storia di un’adolescente, Anastasia Vlasova, che a soli 18 anni è in terapia per disturbi alimentari, attribuiti da lei stessa al tempo trascorso su Instagram.

La ragazza si era iscritta alla piattaforma a 13 anni, finendo per trascorrere addirittura tre ore al giorno sul social, incantata dalle vite e dai corpi apparentemente perfetti delle influencer di fitness.

“Quando sono andata su Instagram – racconta la ragazza – tutto quello che ho visto erano immagini di corpi perfetti, addominali perfetti e donne che facevano 100 burpees in 10 minuti”.

A quanto pare la storia di Anastasia è ormai piuttosto comune: gli stessi ricercatori di Instagram, che dal 2019 hanno iniziato a studiare gli effetti indesiderati provocati dalla piattaforma, hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di pandora.

In particolare, ha fatto discutere qualche mese fa la decisione del Ministero per l’Infanzia e per la Famiglia in Norvegia, che ha reso obbligatoria all’interno di Instagram l’indicazione relativa a un’eventuale modifica digitale delle foto pubblicate.

Una decisione d’obbligo questa, specie a fronte del dilagante fenomeno del dismorfismo corporeo, il pensiero continuo sui propri difetti fisici, percepiti come amplificati a causa di una visione distorta di sé e della propria fisicità.

Una situazione continuamente fomentata dalla ricerca di “like” e “vanity metric” che, come ampiamente espresso dalla ricerca, genera ansia in particolare negli adolescenti, accompagnata da depressione, frustrazione e bassa autostima, con tutte le conseguenze del caso.

Appare dunque più che opportuno informare su quanto Instagram possa risultare dannoso, specie per i soggetti potenzialmente più fragili, sensibili e insicuri.

L’intento non è certo quello di mettere in discussione una piattaforma in particolare, ma semplicemente di evidenziare quelle che possono essere le conseguenze che l’utilizzo e il format di molti social possono comportare sugli adolescenti e il relativo impatto, sia a livello psicologico che fisico.

Instagram sta fronteggiando attivamente il problema?

A fronte di quanto emerso, il vicepresidente per gli Affari globali di Facebook, Nick Clegg, ha spiegato in cosa consisteranno le misure per fronteggiare le problematiche relative a Instagram, sebbene per il momento sia ancora tutto in fase di progettazione e non sia stata resa nota alcuna data certa per il lancio di nuove funzionalità.

Entrando nel dettaglio, si parla di una nuova tecnologia in grado di permettere agli adolescenti di tenersi alla larga da contenuti potenzialmente dannosi per la loro salute mentale: “Quando i nostri sistemi vedranno che un teenager sta visualizzando un certo tipo di contenuto ripetutamente, ed è un contenuto che potrebbe nuocergli, lo spingeremo a guardare un contenuto diverso”.

Il manager avrebbe poi dichiarato momentaneamente sospeso il progetto “Instagram Kids”, piattaforma dedicata ai giovanissimi, per fare spazio alla nuova funzionalità “Take a break”, il cui obiettivo è quello di indurre ragazzi e ragazze a prendersi una pausa dal social dedicati al photo sharing.

Come riportato da un articolo pubblicato su The Verge, si tratterebbe di una nuova feature la cui idea era stata presentata dal capo di Instagram lo scorso settembre, il quale ha ricordato anche l’impegno a sviluppare strumenti che consentano ai genitori di supervisionare gli account dei propri figli.

Certo è che un utilizzo più consapevole, informato e adeguato al proprio ideale di condivisione può sicuramente rappresentare un modello, anche e soprattutto per i più giovani.

Occorre quindi una maggiore attenzione, informazione e consapevolezza nell’utilizzo delle piattaforme social, rendendole non solo uno strumento ludico, ma anche e soprattutto di crescita e arricchimento personale.