Così come per le innumerevoli “sfaccettature” che coinvolgono l’educazione della persona, anche per il processo legato allo sviluppo delle competenze digitali il “sodalizio” scuola-famiglia è fondamentale, poiché rappresenta una sorta di coesione tra chi, pur incarnando ruoli differenti, ha la responsabilità di agevolare la crescita delle giovani generazioni, promuovendone l’umanità.

Genitori e insegnanti devono dunque unirsi anche sotto l’aspetto legato all’utilizzo delle nuove tecnologie e degli strumenti di comunicazione digitale, gli stessi che i giovani tendono a utilizzare con frequenza, avvalendosi delle risorse offerte dal web.

Tuttavia internet, così come le chat e i social network, amatissimi dalle nuove generazioni, tendono a celare non poche insidie, pericoli e rischi.

Diventa quindi fondamentale che l’unione scuola-famiglia operi attivamente e in maniera coesa, al fine di fornire un’educazione appropriata sull’utilizzo consapevole di tali risorse.

Strumenti digitali: scuola e famiglia possono fare la differenza

Se nella scuola gli strumenti digitali sono promossi e mediati dai docenti (che ne favoriscono l’utilizzo come opportunità di apprendimento, ricerca e creazione), nel tempo libero gli studenti tendono a farne un uso totalmente differente, in cui la navigazione web, le chat, i social e i videogiochi sono i protagonisti.

Ciò che i giovani possono percepire tramite la rete internet assume per gli stessi una rilevanza tale da pervadere la sfera delle reazioni, delle emozioni e delle relazioni interpersonali, rendendo in questo modo il “confine” tra reale e virtuale molto labile.

I “nativi digitali” hanno spesso la necessità di essere guidati per mettere ordine alle relative attività online, questo per comprenderne consapevolmente sia le opportunità che i possibili rischi.

È necessario quindi che siano gli adulti di riferimento – a casa come a scuola – a possedere consapevolezza delle proprie responsabilità, le stesse che presuppongono l’addentrarsi in un percorso di conoscenza relativo al mondo virtuale che può presentare tratti di estraneità.

Genitori e insegnanti sono dunque posti dinanzi ad un “microcosmo” in continua evoluzione, che muta con estrema rapidità seguendo i ritmi incalzanti del web, di cui fanno parte nuovi social, fenomeni e tendenze, app, stories, live, chat, piattaforme e influencer, che altrettanto velocemente spesso vengono oscurati da fenomeni successivi, i quali tuttavia non sempre possono rivelarsi sicuri o adeguati all’età o al vissuto dei minori che li frequentano.

Il processo di crescita di ragazzi, bambini e adolescenti deve pertanto essere accompagnato da un percorso condotto da coloro a cui è affidata la relativa cura.

Genitori e docenti devono promuovere l’ascolto, l’informazione e la propria presenza in maniera costante, concreta e tangibile, al pari di un vero e proprio supporto su cui i minori sanno di poter contare.

Educazione digitale da parte di scuola e famiglia

A fronte di quanto espresso, diventa dunque necessario che il dialogo tra docenti e genitori ponga in primo piano l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali e degli strumenti di comunicazione telematici.

Il tutto in un contesto di aiuto reciproco nel porsi di fronte a tale fenomeno senza timori né eccessiva rigidità.

Comunicare alle famiglie le modalità con cui vengono utilizzate e promosse le tecnologie digitali in ambito scolastico rappresenta il primo semplice ed efficace “step” da mettere in atto in questo particolare percorso educativo.

Il “lockdown” del marzo 2020, che ha visto l’introduzione dei piani per la Didattica Digitale Integrata, ha incrementato inevitabilmente l’impiego di strumenti digitali a supporto della didattica, anche in presenza.

Non è affatto raro – sebbene avvenisse anche prima della pandemia nelle scuole in cui tali sistemi erano già da tempo in essere – che i docenti condividano sulle principali piattaforme web materiale predisposto per le lezioni, o che assegnino compiti ed elaborati chiedendo la restituzione del materiale mediante strumenti digitali.

Viene da sé che conoscere quelle che possono essere le abitudini degli insegnanti e le relative strategie educative può senza alcun dubbio essere d’aiuto anche per le famiglie, che in questo modo possono con realismo quantificare con precisione il tempo dedicato all’utilizzo domestico di tablet e PC per l’impegno scolastico, prevenendo di conseguenza la dilatazione temporale adottata spesso dai giovani come scusa per poter fruire a proprio piacimento dei dispositivi elettronici e navigare “a briglia sciolta” in rete, senza alcun tipo di controllo.

Ancora più importante diviene coinvolgere le famiglie in un percorso di formazione-informazione, in cui i cosiddetti “genitori digitali” vedano divulgati con maggiore chiarezza i principi di responsabilità civile e penale di loro competenza, apprendendo norme, limiti e condizioni d’uso delle nuove tecnologie da parte dei minori.

Solo in questo modo è auspicabile l’avvio di una riflessione condivisa e di un dialogo vivo e concreto, che costruisca una reale comunità educativa ed educante.

Senza questa preziosa comunicazione – che necessita comunque di impegno, fiducia e stima reciproca – tutte le regole che possono essere stabilite (e che si presuppone vengano seguite in modo attento) rischiano di rimanere sterili, rivelandosi in prima battuta totalmente inefficaci.

Scuola e famiglia possono fare molto: educare alla consapevolezza circa l’uso dei social network e delle nuove tecnologie da parte dei minori è un impegno importante, e in quanto tale rende necessario un intervento massiccio e concreto da parte di entrambe le “istituzioni”, che devono imparare ad operare in maniera coesa e proattiva, parlando “la stessa lingua”.

La lingua dei giovani e giovanissimi, gli stessi che devono al contempo imparare a conoscere i rischi e tutte le problematiche che ruotano attorno al contesto virtuale, distinguendone invece le opportunità e i vantaggi con consapevolezza e cognizione di causa, anche a tutela della propria privacy.